Ricordiamo, o Signore, davanti a te

  Ancora raid israeliani nella Striscia: almeno 50 i morti. Attacchi anche vicino alla parrocchia della Sacra Famiglia. Medici Senza Frontiere: 'Siamo costretti a sospendere le attività a Gaza City'
'Incessante offensiva israeliana, deterioramento della sicurezza'.

Colpita e danneggiata un'altra imbarcazione della Flotilla nelle acque internazionali a sud di Creta: la barca sulla quale viaggia, fra gli altri, la portavoce italiana della Global Sumud Flotilla Maria Elena Delia.

Proteste dentro e fuori dal Palazzo di Vetro prima del discorso di Netanyahu alla 80.ma assemblea generale dell'Onu. Il premier israeliano rivendica l’operazione militare contro Hamas e dichiara di non volersi fermare:

I figli dell'Asia in rivolta: giovani voci da Filippine e Indonesia. Le proteste che in queste settimane stanno animando diversi Paesi orientali non possono passare inosservate. Sono indice anzitutto di un malessere diffuso tra le nuove generazioni, radicato nell’incapacità della politica di dare alle nuove generazioni una prospettiva di vita.

Quasi la metà dei bambini somali sotto i cinque anni potrebbe soffrire di malnutrizione acuta entro il 2026. La combinazione di guerre locali, carestie dovute al clima e drastici tagli ai finanziamenti internazionali sta aggravando una situazione.

In occasione della Giornata mondiale per l’eliminazione totale delle armi nucleari, celebrata ogni 26 settembre, occorre dare nuovo impulso al Trattato per la non proliferazione. Dal 2023 ad oggi le spese per rafforzare gli arsenali nucleari sono cresciute dell'11%

El Fasher, bombe sul mercato della città sudanese assediata. Decine le vittime tra le quali donne e bambini. Nella capitale del Darfur nessuno può entrare o uscire: la popolazione è sempre più allo stremo. E a complicare la situazione ora c'è anche la diffusione di malaria, colera e febbre dengue.

Sabato scorso, 20 settembre, alcuni bambini stavano partecipando a una festa di compleanno e ricevendo dei regali a Port-au-Prince, la capitale di Haiti, quando i droni hanno ucciso otto di loro. Si sono ritrovati nel vortice della violenza tra le bande criminali.

Almeno 16 casi di tortura, tra cui episodi di violenza sessuale, 31 sparizioni forzate e 75 detenuti politici fino a giugno 2025.

Violenti scontri a Lima, tra la polizia peruviana e i manifestanti, per lo più giovani della cosiddetta 'Generazione Z'. Il tema centrale della protesta è la riforma delle pensioni, che obbliga i giovani maggiorenni ad aderire a un fondo pensione.

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison

Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

I frutti della Laudato si' a dieci anni dalla sua pubblicazione. La Caritas Ticino, promuove un convegno a dieci anni dall’enciclica Laudato sì, per capire come è cambiata la visione di ecologia integrale e di emergenza ambientale.

Concluso a Gorizia il Consiglio permanente della Conferenza Episcopale. italiana. Nel documento finale i vescovi chiedono con forza che cessi ogni forma di violenza inaccettabile contro un intero popolo e che siano liberati gli ostaggi.

Il Messico ha formalizzato l'adesione al Trattato di protezione della biodiversità marina delle Nazioni Unite in occasione dell'assemblea generale in corso a New York. Tra le sue disposizioni chiave figurano la creazione di aree marine protette, la valutazione dell'impatto ambientale e la promozione della cooperazione internazionale.

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la Gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo


Dio, vogliamo insieme lodarti e cantarti per la gioia di saperti umile e amico degli umili. Amen

Am. 6,1.4-7; 1Tim. 6,11-16

Lc 16,19-31

Il profeta Amos ci sta accompagnando in queste domeniche. È un uomo che cerca di comprendere i messaggi di Dio attraverso gli avvenimenti di carattere sociale. Così, la situazione di ricchezza sfrenata di alcuni sfaccendati latifondisti, a fronte della situazione degli impoveriti, non può non riguardare una storia di salvezza che Dio vuole portare avanti con il suo popolo e con l’umanità. Ecco, direi che Amos vuole ridestare in noi il senso “sociale” della storia di salvezza. Ascoltando, insomma, le sue parole di fuoco, ci rendiamo facilmente conto che la questione della fede non si gioca tutta “nel salvarsi l’anima”.

“Gli spensierati, quelli che si sentono sicuri sulla montagna di Samaria – il palazzo dei poteri forti – mangiano, canterellano, bevono…”. Che c’è di male in queste cose? Eppure sentiamo insorgere in noi un profondo senso di indignazione. La dignità viene offesa quando manca l’insensibilità verso gli altri, o peggio, quando fonda la propria fortuna sulla sfortuna degli altri. Ed è proprio qui il male: l’ottundimento del cuore. “…Della rovina di Giuseppe non si preoccupano”.

Quando consegniamo il cuore all’idolo del profitto e della ricchezza, diventiamo talmente ciechi da non saper distinguere nemmeno ciò che rappresenta il nostro vero bene da ciò che rappresenta il nostro male. Amos si accorge che un sistema marcio porta alla rovina, non occorre essere degli indovini per comprendere che le scelte sbagliate hanno delle conseguenze, e così, Israele non è capace di vedere nemmeno il proprio immediato futuro: “Andranno in esilio, in testa ai deportati e cesserà l ‘orgia dei buontemponi”. Nel 722, a pochi anni quindi di distanza dalle parole di Amos, Israele verrà totalmente disperso nel tremendo esilio degli Assiri.

Il problema quindi è quello dell’insensibilità e dell’accecamento, del non vedere oltre perché stiamo scoppiando di sazietà. Se poi alla sazietà si uniscono l’ignoranza e l’orgoglio, la miscela può diventare davvero esplosiva. Occorre quindi guardare oltre; avere uno sguardo ampio, profondo lungo.

Ed eccoci quindi al senso di questo racconto evangelico. Non si tratta come altre volte di una parabola. È invece un racconto di sapore rabbinico. Un quadretto folkloristico dell’aldilà, …il seno di Abramo…, una fiaba raccontata dai rabbini. Non intende perciò essere una spiegazione sul premio e sul castigo della vita oltre la morte, né una condanna del ricco perché ricco. È piuttosto la drammatizzazione di un capovolgimento che è meglio attuare finché ne abbiamo la possibilità.

Ciò che consideriamo valori a cui dedicare le nostre migliori energie, come la ricchezza, l'eleganza, la reputazione, il successo, il benessere, non sono valori; non sono tali da meritare la consegna del nostro cuore; devono essere messi a K.O. perché non possono essere assoluti in quanto segnati dalla fine. Infatti: “morì anche il ricco”. E qui Luca si ricollega con l’altro racconto, quello del Capitolo 12 dove anche là il ricco si propone di godere dei beni per molti anni e non si lasciava misurare dal limite: il morire, la fine. Se, infatti, non vengono collocati al loro posto, possono provocare danni irreparabili. Le parole “anche se uno risorgesse dai morti…” oppure “i grandi tormenti di cui parla il racconto esprimono efficacemente il senso della irreparabilità della catastrofe dell’esistenza che si regge su valori vuoti.

Allora, ascoltando Mosè ed i profeti, ovvero la Parola di Dio, i cinque fratelli che come noi talvolta se ne stanno spensierati e rimbecilliti, con questa parola di Gesù veniamo drasticamente riportati alla realtà: Abbiamo una sola vita e questa, a dispetto di tutte le logiche dominanti, deve servire perché ci facciamo del bene gli uni gli altri senza cadere nell’abisso della disumanità.


Considero valore ogni forma di vita: la neve, la fragola, la mosca.

Considero valore il regno minerale,

l'assemblea delle stelle.

Considero valore il vino finché dura il pasto

il sorriso involontario

la stanchezza di chi non si è risparmiato

e due vecchi che si amano.

Considero valore quello che domani non varrà più niente

e quello che oggi vale ancora poco.

Considero valore tutte le ferite

Considero valore risparmiare acqua

riparare un paio di scarpe

tacere in tempo

accorrere a un grido

chiedere permesso prima di sedersi

provare gratitudine senza ricordarsi di che

Considero valore sapere in una stanza dov'è il Nord

qual è il nome del vento che asciuga il bucato

Considero valore il viaggio del vagabondo

la clausura della monaca

la pazienza del condannato, qualunque colpa sia

Considero valore l'uso del Verbo “amare”

e l'ipotesi che esista un creatore.

Molti di questi valori non ho conosciuto.

(Erri De Luca)



Salmo 145

Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.


Meditazione domenica XXV C

 


Ricordiamo, o Signore, davanti a te

  Prosegue l’intensa offensiva di terra delle forze israeliane nella Striscia. L’Onu parla di genocidio e arriva la condanna unanime all’operazione militare da parte della comunità internazionale. Protestano anche le famiglie degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas.

Padre Romanelli: dall'altare di Gaza, chiediamo la pace. Il parroco della Sacra Famiglia testimonia la forza della preghiera, mentre l’offensiva israeliana avanza. “Non si è sicuri da nessuna parte. Il numero dei bombardamenti sale ogni giorno, e ogni giorno salgono i numeri della distruzione, dei morti, dei dispersi sotto le macerie e dei feriti”.

Sudan, 75 morti per un attacco contro un campo profughi in Darfur. Nel Paese africano, le forze paramilitari hanno attaccato gli sfollati raccolti in una moschea nei pressi di el-Fasher.

Un grido dall'est congolese: "Fermare i massacri e portare la pace". Non si fermano le violenze in Repubblica Democratica del Congo: l'ultimo attacco, nel Nord Kivu, attribuito al gruppo armato delle Forze democratiche alleate, è di un bilancio di almeno 89 vittime.

Una nuova strage nel Mediterraneo si è verificata domenica scorsa. Un'imbarcazione, con a bordo 75 sudanesi in fuga dalla terribile guerra che dilania il loro Paese, ha preso fuoco dopo essere partita dalle coste libiche: almeno 50 i morti

Quasi 15mila scuole chiuse in Africa centrale e occidentale. Per UNICEF e Consiglio norvegese per i rifugiati oltre 3 milioni di bambini sono privati dell’istruzione a causa di conflitti, terrorismo e effetti della crisi climatica. Tra le aree di maggiore crisi ci sono i paesi del Sahel centrale (Burkina Faso, Mali, Niger e Ciad).

Maduro ordina ai militari di insegnare ai civili a usare le armi. "Le caserme, le Forze armate bolivariane (istituzione militare al servizio della difesa del Venezuela), andranno dalla gente, dalle comunità per schierarle, per ispezionarle, per insegnare a tutti coloro che si sono arruolati, ai residenti e alle residenti, come maneggiare il sistema di armi",

Tragedia alla Ecopartenope di Marcianise, azienda della provincia di Caserta specializzata nel trattamento dei rifiuti. A causa di un'esplosione, tre operai sono morti mentre due sono stati feriti. Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison

Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

Pace per Gaza, la veglia di preghiera promossa da Sant’Egidio insieme ad altre realtà e associazioni promuove per lunedì 22 settembre, alle ore 19.30 in piazza Santa Maria in Trastevere a Roma, un grande incontro di preghiera invitando alla partecipazione per implorare la fine dei bombardamenti su Gaza.

Il coordinamento di “Preti contro il genocidio” ha raccolto mille firme, ma nonostante il link sia stato cancellato da Google, si daranno appuntamento domani in piazza del quirinale per manifestare e poi raccogliersi nella Chiesa di S. Andrea al Quirinale e in alcuni luoghi della capitale.

Dire basta alla guerra è l’unica via per risolvere i conflitti”: “Non è da sognatori ma da realisti” ed è anche “la migliore consegna a chi verrà dopo di noi”. È quanto affermato dal cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), in un video messaggio diffuso oggi a Ginevra alla conferenza “Basta guerre! Costruire la pace attraverso i diritti umani, lo sviluppo e la solidarietà internazionale”,

15 settembre abbiamo ricordato p. Pino Puglisi. “La vita non è fatta semplicemente di violenza, di degrado ma ci sono valori come pace, fraternità e collaborazione”: è quanto ripeteva spesso don Pino Puglisi, il sacerdote siciliano ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993. Togliendo dalla strada ragazzi e bambini — che senza il suo aiuto sarebbero stati risucchiati dalla vita mafiosa e impiegati per rapine e spaccio — voleva riaffermare la cultura della legalità

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo

Donaci lo spirito di discernimento, Signore, perché apriamo gli occhi sulla grande ricchezza che tu ci doni nel farci vivere assieme da fratelli e sorelle. Amen


Am 8,4-7    1Tm 2,1-8

Lc. 16, 1-13

Gesù diceva ai discepoli:

«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.

L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.

Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.

Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.

Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.

Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?

Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e (mammona) la ricchezza».

***

Occorre precisare che il testo è ben lontano dall'affermazione qualunquista secondo cui la ricchezza è neutra, basta solo che sia bene orientata. Naturalmente questa è un'affermazione saggia, ma abbastanza scontata. il presente testo evangelico non ha nulla a che vedere con la banalità delle cose scontate.

Benché sullo sfondo della scena ci sia la presenza dei farisei, questa parte del discorso parabolico (16,1-13) è rivolta ai discepoli: 1 “Diceva poi anche ai discepoli”. Pertanto, è la comunità del vangelo ad essere interessata a queste parole di Gesù.

Il brano è strutturato in due parti. Nella prima, abbiamo la parabola e nella seconda, alcune dichiarazioni conseguenti alla parabola.

Come in ogni parabola, per coglierne il messaggio occorre osservare l'insieme, cioè l'efficacia della drammatizzazione creata dalle immagini. Dunque, dall'insieme possiamo osservare che il testo intende suscitare ammirazione per uno che, guardando in avanti, ossia per uno che sa fare un discernimento intelligente, fino a riuscire a cambiare i riferimenti su cui precedentemente aveva impostato la sua vita.

Pertanto, ecco lo scopo della parabola, ascoltando questa parabola, la comunità dei discepoli/e dovrebbe saper guardare in avanti e scoprire i veri riferimenti di valore su cui contare.

Quanto alla parabola, ciò che mette in scena riflette una situazione abbastanza normale nel mondo economico del tempo di Gesù (ma anche nel nostro mondo, almeno fino agli anni '60-70): un latifondista, non residente, affida ad un amministratore il compito di riscuotere dai lavoratori mezzadri la parte di raccolto che spetta alla proprietà. Può anche capitare che l'amministratore, arrotondi un 15-25 % a suo vantaggio. Evidentemente la cosa non lo rende simpatico o amico agli occhi dei lavoratori dipendenti, ma questo a lui non importa. Sono loro infatti a subirne le conseguenze più svantaggiose, non lui.

A uno così non interessa l'amicizia degli altri, le buone relazioni con i dipendenti non fanno parte dei suoi obiettivi. La sua fortuna e il suo futuro, invece, dipendono dall'accumulo di possesso che poco alla volta riesce a raggiungere. Questa è la sua filosofia!

Tuttavia, ora si trova in una situazione nuova, quella, appunto, di cui parla la drammatizzazione della parabola. Riflettendo su questa nuova situazione, se fino a questo momento aveva inteso come ricchezza (= sicurezza per il futuro) l'accumulo di beni accaparrati, da questo momento in poi, appare ai suoi occhi un'altra ricchezzal'amicizia, la condivisione di vita con gli altri. Gli altri cominciano ad essere per lui una ricchezza, benché continui a muoversi dentro una logica di interesse e scaltrezza. Perciò abbiamo due ricchezze a confronto. Quale delle due è quella vera?

Forse la comunità di Luca, nella seconda metà del primo secolo e anche successivamente, viveva un momento di difficoltà per penuria di risorse, difficoltà economica o di altro tipo. Può essere che in una situazione del genere, la grande tentazione fosse quella di lavorare all'accumulo di beni così da raggiungere una certa serenità nel guardare in avanti.

Alle comunità, alle chiese, che attraversano questo tipo di crisi, l'evangelista ricorda le parole di Gesù affinché facciano discernimento sulla vera ricchezza che hanno e non sanno di avere: la fraternità, la condivisione, l'essere insieme. Questa è la risorsa fondamentale, la ricchezza vera che scaturisce dalla memoria viva del Signore nella Santa Cena... Appunto, qual è la ricchezza vera? Chi può dare questa ricchezza? Chi può decidersi veramente per essa?

L'amministratore protagonista della parabola, pur rimanendo dentro una motivazione astuta, ha saputo cambiare registro, pertanto, a maggior ragione, la comunità del vangelo (i figli della luce), dovrebbe far suo questo nuovo criterio di ricchezza per costruire futuro: Il criterio della fraternità e della comunione!

nella seconda parte del racconto, come abbiamo rilevato, troviamo delle dichiarazioni di Gesù che sono come le conseguenze tratte dal racconto della parabola. Il termine, attorno cui si muove il discorso, è “fedele” (pistòs): chi è fedele nel poco lo è anche nelle cose importanti e così via… Fedele, nel linguaggio biblico, significa uno che si appoggia. La parola biblica che traduce l'appoggiarsi fiducioso ad una promessa, ad una persona, ad una convinzione ecc. è amen.

Nel linguaggio scritto della bibbia non esistevano le vocali ma solo le consonanti, cosicché, Amen risulta avere la stessa radice di Mammona: m....n; mm...n.

Ora, decidere su quale ricchezza appoggiarsi, su quella derivante dall'avere o su quella della fraternità, corrisponde a decidere se appoggiarsi sull'Amen (la ricchezza della parola evangelica) o su Mammona (la ricchezza inconsistente dell'idolatria di possesso).

Infine, occorre considerare la chiusura dell'inclusione, cioè il v. 16,14 che va letto in parallelo con il v. 15,2.

a) 15,1-2 Gli esattori delle tasse e i peccatori si avvicinavano a lui per ascoltarlo. I farisei e i dottori della legge mormoravano dicendo: Costui accoglie i peccatori e mangia con essi.

b) 16,14: I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui.

Dunque, l'unità narrativa apre con l'atteggiamento di chi si sente sicuro, ricco, nella sua verità. Si conclude con l'atteggiamento di chi si sente sicuro, ricco, di ciò che possiede. Sono le due facce della stessa medaglia. Esiste una ricchezza, un accumulo di perbenismo e un accumulo di denaro, l'uno e l'altro escludono la fraternità, la vita insieme agli altri, il camminare insieme, che, per il Vangelo, è l’unica vera ricchezza!




Salmo 112

Lodate, servi del Signore,

lodate il nome del Signore.

Sia benedetto il nome del Signore,

da ora e per sempre.

Su tutte le genti eccelso è il Signore,

più alta dei cieli è la sua gloria.

Chi è come il Signore, nostro Dio,

che siede nell’alto

e si china a guardare

sui cieli e sulla terra?

Solleva dalla polvere il debole,

dall’immondizia rialza il povero,

per farlo sedere tra i prìncipi,

tra i prìncipi del suo popolo.


Meditazione Domenica . Esaltazione della Croce

 


Ricordiamo, o Signore, davanti a te

Sudan, 13 milioni di bambini non possono studiare a causa della guerra
Da due anni e mezzo, il Paese dell’Africa nord-orientale è al centro di un conflitto che si ripercuote sui più piccoli. Il loro diritto all’istruzione è inesistente, rischiano di essere vittime di abusi sessuali e reclutati dai gruppi armati.

Disordini e violenza in Nepal, 21 morti e governo dimissionario. Il blocco dei social media da parte del governo ha scatenato la rabbia dei cittadini, che sono scesi in piazza e si sono scontrati con la polizia.

Flotilla: un'altra barca colpita in un sospetto raid con drone. 'E' il secondo attacco in acque tunisine. Questo è il secondo attacco di questo tipo in due giorni. Questi ripetuti attacchi si verificano durante l'intensificarsi dell'aggressione israeliana contro i palestinesi a Gaza e sono un tentativo orchestrato per distrarre e far deragliare la missione.

Mille e 850 morti e oltre 1800 persone scomparse. Sono solo alcune delle cifre che caratterizzano la sanguinaria guerra tra fazioni narcos scoppiata esattamente un anno fa, il 9 settembre del 2024 nello stato messicano di Sinaloa. Tra le vittime si contano anche 57 bambini, oltre 600 famiglie sfollate

Parolin: dall'Europa al Medio Oriente c'è il rischio di un'escalation senza fine. Siamo sull’orlo del baratro perché c’è il rischio di un’escalation senza fine che fa paura. Il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, non nasconde la sua preoccupazione per “il rischio di una guerra di più largo raggio”.

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison


Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

La Giornata internazionale dell'alfabetizzazione è stata celebrata l’8 settembre. Il Segretario dell'Unesco afferma: “Senza alfabetizzazione non si può pensare di tutelare quegli elementi tipici delle nostre società, del nostro mondo e quindi lo stato di diritto, l'uguaglianza, la solidarietà, la giustizia, la tolleranza, la non discriminazione. Tutti questi valori che per noi sono fondamentali richiedono evidentemente dei livelli importanti e significativi di alfabetizzazione e di educazione”, 

A Matera nasce il 'Manifesto' per la sostenibilità ambientale. I giovani della cooperativa “Oltre l’arte” di Matera e gli spagnoli di “Manos Unidas” hanno presentato il “Manifesto” per la sostenibilità ambientale”: un documento di buone pratiche per i giovani, ma da far leggere e attuare anche dagli enti Locali.

Il parroco della Sacra Famiglia di racconta, tramite un video condiviso con i media vaticani, la chiamata di con il Pontefice, dopo l'ordine di evacuazione di Israele ai residenti di Gaza City: "Gli abbiamo detto che stiamo bene, che la situazione continua ad essere difficile”. “La maggior parte della popolazione non vuole andarsene”, spiega il sacerdote argentino, “in parrocchia ci sono circa 450 rifugiati, tra anziani, malati, bambini. Noi continuiamo a stare accanto a loro"

Tutte le operazioni umanitarie se possono servire ad aiutare a risolvere le crisi umanitarie sono utili". Lo dice il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, a proposito della Global Sumud Flotilla. "Chiediamo al Governo italiano di tutelare dei cittadini italiani qualora dovessero essere prelevati, sequestrati o incarcerati dagli israeliani. Non vogliamo le scorte, ma una interlocuzione diplomatica con Israele".

Rio de Janeiro sarà teatro del Forum dei leader locali della Cop30 dal 3 al 5 novembre, con un evento strategico che anticipa il vertice, consolidando la città come un centro importante dei dibattiti sul clima. È prevista la partecipazione di oltre 300 sindaci, autorità locali ed esperti per discutere soluzioni climatiche, mobilitare impegni e rafforzare il ruolo delle città e delle regioni come partner strategici nell'azione contro la crisi climatica.

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo

Donaci, o Padre, di tenere lo sguardo fisso su Gesù e imparare da lui a scendere nel cuore dell’umanità per amare, non per dominare. Amen

Nm 21, 4-9 Fil 2, 6-11

Gv 3, 13-17

Gesù disse a Nicodemo:

«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.

Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.

Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».

***

I pochi versetti si trovano nel contesto del dialogo notturno tra Nicodemo e Gesù.

Sviluppa il tema delle tenebre e della luce già annunciato nel prologo: “...e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e tenebre non l'hanno vinta – e ancora – Nessuno ha mai visto Dio; l'unico Figlio, che è rivolto presso il Padre, è lui che lo ha rivelato”.

Inoltre, le parole di Gesù rivelano un aspetto marcatamente universalistico - Dio infatti ha tanto amato il mondo ... non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato – mentre Nicodemo è figura marcatamente ancorata al giudaismo, ne è uno dei rappresentanti istituzionali. Egli intende “reclutare” Gesù alla causa farisaica, cioè la realizzazione di un progetto teocratico.

Per Gesù, un simile sistema è dominio, tenebra, chiusura, non vita, morte, vecchiume, soprattutto assenza di amore.

I versetti iniziali presentano un movimento spaziale molto caro alla tradizione biblica: “Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo”. Sono parole che evocano la dichiarata intenzione di Dio di liberare il suo popolo secondo Es. 3, 7-8 “Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell'Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele”.

Il movimento del Figlio dell'uomo – salito, perché i fatti della pasqua sono già accaduti quando Giovanni scrive il suo vangelo – rivela un Dio che scende per solidarizzare, per liberare, per dare vita, non a un gruppo particolare ma a tutti, al mondo

Si tratta infatti di un Dio che ha amato il mondo. Qui il verbo amare è tipico di una madre che ama la creatura che ha generato. Ci troviamo quindi sul versante opposto della tradizione rappresentata da Nicodemo che, anziché amare, sostenere, approvare, dare vita ecc. intende dominare, imporre, vincere, sottomettere seppure alla legge divina. Il Padre di Gesù vuole vita eterna per l'umanità, vale a dire una qualità di vita piena nell'amore e nell'intelligenza, insomma tutto ciò che di bello e di buono si può desiderare per un figlio, per una figlia. Una qualità luminosa che in Esodo era espressa con l'immagine di una terra bella e spaziosa, una terra dove scorrono latte e miele.

La differenza tra la prospettiva di Dio e quella chiusa del sistema teocratico è tale che fa ricorrere Gesù ad un'altra immagine che troviamo nella peregrinazione del deserto: Nm. 21, 8-9. “come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo”. L'avvenimento è noto: il popolo che mormora viene colpito dal castigo dei serpenti velenosi, ma grazie alla mediazione di Mosé viene offerta la guarigione se si guarda al serpente che tiene in mano Mosè. Guardare l’innalzato è la condizione di guarigione.

Ora la via è guardare all'innalzato Gesù. Nella lettera agli Ebrei si parla dello sguardo fisso su Gesù per affermare la centralità di Cristo, l'unicità del vangelo.

Qui il Gesù innalzato è il Gesù crocifisso. Il suo innalzamento è, per così dire il massimo dell'abbassamento. Il massimo della solidarietà, dell'amicizia verso l'umanità. E questa solidarietà è luce, amore leale, vita. Non è dominio, imposizione, dottrina, dover essere ecc.

Sul crinale di questi due versanti, quello rappresentato da Nicodemo e quello rappresentato da Gesù, si gioca il crederci o il non crederci che, nel Vangelo, non corrisponde ad un'adesione della mente, significa invece posizionare la vita dalla parte di Gesù.

Allora il centro del testo da cui dipende tutto il resto è

Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna”.

Cioè, ha offerto la possibilità di una relazione basata sull'amore, su un incontro di vita, su una esistenza, non su un codice. È una relazione con il figlio perché tutti entrino nella figliolanza.

QUESTO FIGLIO CHE AMA E NON DOMINA (non toglie, non sottrae umanità ad alcuno, non chiede sacrificio della vita). Dà la vita per dare vita. In concreto, è un amore che tende alla promozione dell'altro. Nel Vangelo di Giovanni, questo amore che sostiene la piena promozione di umanità nelle persone è chiamato vita eterna.

Qui sta il giudizio, vale a dire il criterio di orientamento che, per chi lo accoglie è luce. Una comprensione delle cose totalmente altra rispetto a chi non l'accoglie, il quale, da solo si autoesclude dalla partecipazione a questa bella opportunità.

Gli illuminati da questa luce-visione, a loro volta ameranno (promuoveranno) gli altri, le cose, la terra. A tutto sanno dare vita affinché tutti e tutto esprimano il meglio della vita.

Salmo 77

Ascolta, popolo mio, la mia legge,

porgi l’orecchio alle parole della mia bocca.

Aprirò la mia bocca con una parabola,

rievocherò gli enigmi dei tempi antichi.

Quando li uccideva, lo cercavano

e tornavano a rivolgersi a lui,

ricordavano che Dio è la loro roccia

e Dio, l’Altissimo, il loro redentore.

Lo lusingavano con la loro bocca,

ma gli mentivano con la lingua:

il loro cuore non era costante verso di lui

e non erano fedeli alla sua alleanza.

Ma lui, misericordioso, perdonava la colpa,

invece di distruggere.

Molte volte trattenne la sua ira

e non scatenò il suo furore.

Meditazione Domenica XXIII C

 

Ricordiamo, o Signore, davanti a te

Afghanistan. Mentre nella nazione asiatica si susseguono le scosse di assestamento, cresce il numero delle vittime del drammatico terremoto dello scorso 31 agosto: oltre 2.200 morti e 4.000 feriti. Nelle aree montuose colpite dal sisma ancora in migliaia sotto le macerie mentre per le donne afghane vietate cure mediche ed ospedali

Onu, almeno 21.000 bambini a Gaza disabili a causa guerra. Circa 40.500 minori hanno subito ferite.

Il ministro della Sicurezza Nazionale israeliano Itamar Ben-Gvir ha presentato al governo un piano volto a fermare la Global Sumud Flotilla in base al quale tutti gli attivisti arrestati saranno trattenuti in detenzione prolungata - a differenza della precedente prassi - nelle prigioni israeliane di Ketziot e Damon, utilizzate per detenere i terroristi in condizioni rigorose tipicamente riservate ai prigionieri di sicurezza.

Disuguaglianze e repressione, l’Indonesia dei giovani in rivolta. Questa settimana la tensione è esplosa dando vita a un’ondata di disordini. Al centro della rabbia popolare ci sono le disuguaglianze crescenti e le prospettive economiche sempre più fragili Tutto questo nonostante l’Indonesia sia la più grande economia del Sud-Est asiatico

Emergenza nel Darfur. Tarasin tra frana e guerra. Nella regione del Sudan, dopo la catastrofe naturale che ha causato mille morti, continuano le ricerche dei dispersi tra difficoltà logistiche e mancanza di risorse. Un disastro “senza precedenti”, secondo le autorità locali, di cui c’è solo un superstite e che si inserisce nel contesto del conflitto in corso da due anni nel Paese

Nel 2024, la spesa per il riarmo dei 27 Stati membri dell’Unione europea ha raggiunto un livello record, toccando i 343 miliardi di euro. Una cifra senza precedenti. Lo evidenzia il rapporto annuale dell’Agenzia europea per la difesa (Eda). Il dato rappresenta un aumento significativo del 19% rispetto al 2023, portando la spesa complessiva all’1,9% del prodotto interno lordo europeo

Myanmar, la denuncia dell'Onu: escalation di violenze e distruzione

Un rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani rivela che, dal colpo di Stato del 2021, l’Arakan Army ha ucciso più di 7.000 persone, un terzo delle quali donne e bambini.

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison


Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

Colombe d’oro per la pace, premiati tre giornalisti palestinesi. Si è tenuta presso la Federazione Nazionale Stampa italiana la conferenza stampa relativa al Premio giornalistico internazionale Archivio Disarmo – Colombe d’oro per la p2025. Il prossimo 18 ottobre a Roma il Premio per la sezione mass media sarà consegnato a tre giornalisti palestinesi: Aya Ashour, Alhassan Selmi e Fatena Mohanna, tuttora a Gaza in attesa di visto per l’Italia

Malala: lottiamo tutti con coraggio per il diritto all’educazione. In un’intervista esclusiva ai media vaticani, il Premio Nobel per la Pace parla del suo impegno per l’istruzione delle ragazze attraverso il Malala Fund e riflette sul diritto ad andare a scuola per i bambini nei Paesi dilaniati dalla guerra. Malala sottolinea inoltre l’importanza del dialogo interreligioso nella promozione del diritto globale all’educazione.

Giornata internazionale della carità, l’impegno per i poveri nel ricordo di Madre Teresa. Il 5 settembre segna l’anniversario della morte della santa di Calcutta, onorata dalle Nazioni Unite con l’annuale ricorrenza. L’aiuto e il sostegno alle popolazioni indiane e pachistane stremate dalle alluvioni e ai profughi della Cambogia

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo


Le tue parole, Signore, sono come pietre lanciate contro le più comuni e facili convenzioni! Grazie perché non illudi nessuno: il vangelo è una buona notizia che si paga con il sangue. Padre, che nessuno dimentichi mai che noi siamo seguaci dell'Ucciso perché fedele a sé stesso e a te. Amen.


Sap 9,13-18    Fm 1,9-10.12-17  


 Lc 14,25-33


In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

***

A stento ci raffiguriamo le cose terrestri, scopriamo con fatica quelle a portata di mano… Chi ha conosciuto il tuo pensiero, se tu non gli hai concesso la sapienza?” . Così si esprime un saggio ebreo che vive fuori dalla Palestina 40 – 50 anni prima di Cristo, l’autore della prima lettura. Egli ama confrontarsi con chi ha un altro punto di vista culturale e religioso diverso dal suo, su questioni importanti, come la conoscenza del senso delle cose e della vita. Naturalmente, quando i pensieri si muovono intorno a questi temi, sullo sfondo, affiora anche il senso religioso della vita. Ma qui, il nostro saggio ragiona in modo diverso dai suoi interlocutori: loro si ritengono capaci di spiegare come gira il mondo e il senso profondo delle cose, lui invece, avverte forte il senso del limite e perciò si apre ad una sapienza più grande e più profonda della sua. Come dire, se il Signore non accende il suo lume, noi restiamo nella notte. In altre parole, esiste una verità che sta oltre il senso e il buon senso comune; qualcosa che va contro corrente, che non appartiene spontaneamente al pensiero della maggioranza. Occorre compiere un salto di qualità.

“Se uno non odia suo padre, sua madre i suoi cari ecc…chiunque non rinunzia a tutti i suoi averi non può essere mio discepolo…”. Sono indubbiamente parole forti, che scuotono. Dette, tra l’altro, perché “molta gente andava con lui”. - Ma come. Tanti ti seguono e tu non sei contento? Non ti piace avere successo? Sembra che tu, invece di avvicinare, voglia allontanare le persone. Perché? - Verrebbe da chiedere proprio questo a Gesù.

Il Vangelo non è propaganda. Non è un prodotto del mercato religioso per gratificare il bisogno di sacralità. Di sacrale non c’è proprio nulla! C’è invece tutto di esistenziale.

Avere a che fare con Gesù, comporta un coinvolgimento radicale che esige il coraggio delle scelte fondate su priorità ben ponderate. In questa fase, il discepolo/a del Signore si sta incamminando verso l’adultità della fede. Non è una questione di poco conto, quindi!

È da questa prospettiva che possiamo comprendere “l’odio per il padre e la madre”. Il verbo usato non implica il sentimento di detestare i propri congiunti, come in un primo momento saremmo portati a credere. Qui, l’odio non ha una valenza emotiva. Indica piuttosto l’atteggiamento di chi tiene a distanza o di chi prende le distanze.

Non è forse profondamente vero che ogni processo di crescita verso la maturità necessita di distanziarsi da quei forti legami parentali che tendono inconsapevolmente a mantenerci chiusi in una relazione simbiotica?

È una proposta seria e liberante quella che ci propone Gesù.

Occorre interiorizzare la necessità di compiere un salto di qualità: “Se uno costruisce una torre…se un re deve affrontare una battaglia…”. Insomma, bisogna rendersi conto che appartenere a Cristo significa abbracciare una sapienza, una visione delle cose, delle scelte che hanno dei costi, che possono richiedere delle amputazioni. Ecco l’appello ad assumere la croce: “Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo”. La croce di cui parla Gesù non è la sofferenza fine a sé stessa, ma il prezzo che siamo chiamati a pagare per stare con il Vangelo. Davvero, quando queste parole venivano scritte per le comunità della chiesa delle origini, i cristiani venivano estromessi dalla società e perfino dalle famiglie e dai posti di lavoro. Allora uno si chiede: è sapiente, è saggio o è stupido accettare quest’ordine di cose? Gesù dice: apri gli occhi e valuta bene. Perché se mi appartieni soppeserai la vita in modo differente.

In fondo, quando Paolo rimanda indietro, all’amico Filemone, Onesimo e gli chiede di accoglierlo non più come schiavo ma come fratello (seconda lettura). Chiede a Filemone di valutare le cose in un modo differente dal pensiero comune che accettava un rapporto di lavoro modellato sui criteri della schiavitù. Se Filemone ha accettato il punto di vista di Paolo, cioè del Vangelo, cambia e ci rimette: non ha più uno schiavetto a suo servizio per disporre come crede. Perde uno schiavo, rimette in termini di produttività, ma guadagna un fratello. È passato ad una sapienza diversa dall’opinione corrente del suo tempo. Ci ha rimesso, ha portato la croce. Sono scelte per cui bisogna pensarci bene.


Salmo 89

Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.

Insegnaci a contare i nostri giorni
E acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.


 


Ricordiamo, O Signore, davanti a te

Nel Paese caraibico di Haiti i minori sono vittime dirette delle gang, con abusi, reclutamento e omicidi in aumento. È allarmante l’aumento quasi del 700 per cento dei casi di reclutamento e sfruttamento di bambini».

Sudan. La città sudanese di El Fasher è sotto assedio da oltre 500 giorni, con civili intrappolati senza aiuti. I bambini subiscono uccisioni, fame e mancanza di cure, mentre ospedali e scuole vengono bombardati. La crisi è aggravata da una grave epidemia di colera. In questo contesto un nuovo raid dei paramilitari ha causato almeno 24 morti e 55 feriti

Gaza, altri 5 giornalisti uccisi in un raid sull'ospedale Nasser. Almeno 20 i civili vittime dell'attacco alla struttura sanitaria nell'area di Khan Yunis. Fa discutere la campagna di Israele che ha inviato 10 influencer a Gaza per smentire con video postati sui social lo stato di carestia della popolazione, come invece ha denunciato l'Onu.

Sempre più critica la condizione delle donne nel Sahel (Africa subsahariana): Dai rapimenti ai matrimoni precoci, alle mutilazioni genitali, fino all'esclusione dalle scuole e dalla vita pubblica, le loro opportunità vengono costantemente ridotte.

Naufragio in Mauritania, i morti accertati salgono a 69. A bordo 160 persone, 17 sopravvissuti tratti in salvo.

Pakistan, 150mila evacuati per le inondazioni. Gli ultimi due mesi, le piogge monsoniche hanno ucciso 799 persone e ne hanno ferite altre 1080 in diverse parti del Paese.

Almeno 841 persone sono state giustiziate in Iran dall'inizio dell'anno fino al 28 agosto. "L'elevato numero di esecuzioni indica un modello sistematico di utilizzo della pena di morte come strumento di intimidazione da parte dello Stato.

Coprifuoco per i minori di 14 anni a Casal di Principe. Lo stabilisce un’ordinanza che invita «i genitori, tutori legali o altri adulti responsabili ad evitare che i minori di anni 14 circolino, sostino o frequentino spazi pubblici e luoghi aperti al pubblico all’interno del territorio comunale senza essere accompagnati dalle ore 24 alle 6». Per i ragazzi nel paese di don Diana è una sconfitta. Fa dunque molto male leggere del “coprifuoco” destinato proprio a loro.

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison


Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

A fine agosto decine di imbarcazioni civili si stanno preparando a salpare da diversi porti del Mediterraneo per raggiungere la Striscia. Si tratta della “Global Sumud Flotilla”, la più vasta flottiglia civile e non violenta mai organizzata, un’azione di solidarietà che vuole essere anche una dichiarazione forte e chiara della società civile: l’assedio di Gaza è un crimine e il massacro in corso è un genocidio e le donne e gli uomini del mondo non intendono esserne complici.

Cristiani, musulmani ed ebrei per la pace: "Bisogna arginare l'odio". Da Roma un appello che risuona soprattutto per il Medio Oriente, teatro di conflitti e tensioni, con la proposta di un incontro tra vescovi, rabbini e imam in Italia che sia “diretto, non convenzionale né confessionale, per testimoniare insieme una responsabilità comune”. Con queste parole che prende avvio l’appello interreligioso diffuso a Roma e promosso dai rappresentanti delle comunità ebraiche, cristiane e musulmane di tutta Italia. 

Sant'Egidio, al via il Global Friendship dei giovani per la pace. Fino al 30 agosto, a Roma, oltre 1200 ragazzi e ragazze da tutta Europa e dalle zone più estreme di conflitto vivranno momenti di incontro, dibattito e riflessione incentrati sulla riconciliazione e la speranza. Domenica sera previsto uno spettacolare flashmob al Pantheon e sabato il pellegrinaggio alla Basilica di San Pietro.

Gaza, padre Romanelli: restiamo accanto a chi soffre come ci chiede il Signore. Il parroco e gli altri religiosi della Sacra Famiglia nella Striscia scelgono di continuare a “servire chi è nel bisogno, gli anziani, i malati”. La guerra prosegue e i bombardamenti non cessano, le persone hanno bisogno di tutto, ma, dice ai media vaticani il religioso, “siamo nelle mani del Signore e abbiamo fiducia che, con l’aiuto di tante persone buone nel mondo, questo si fermerà”

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo

Tu che, nella notte dell'ultima cena, hai detto: “Non siate come i capi di queste nazioni che signoreggiano e dominano e poi si fanno chiamare perfino benefattori”, almeno chi siede al banchetto della tua mensa nella Chiesa sia immune da questa epidemia di titoli, onorificenze e carriere, ma sia come un fanciullo gioioso di seguirti. Amen

Sir. 3,17-18.20.28-29; Eb. 12,19-20.22-24;

Lc.14,1.7-14

Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

***

È una parola che invita alla sapienza quella di Ben Sira, l’autore della prima lettura. Sapienza di chi sa conoscere la realtà delle cose, delle persone e di sé stessi per ciò che è. In fondo, questo atteggiamento di “verità” viene anche chiamato “umiltà”. L’umiltà non è una visione minimale e cupa di noi stessi e della realtà, ma autentica; deriva da “humus” terreno. È un sapere la vita terra terra.

È invece più facile di quanto pensiamo entrare nei processi di autoinganno; sia perché ci abbandoniamo ad immaginazioni non vere di noi, sia perché altri, attraverso ruoli o titoli che ci attribuiscono, ci fanno indossare un vestito che non corrisponde alla nostra taglia. In realtà non siamo né nani, né giganti. In noi esseri umani c’è il bene e c’è il male, l’armonia e la disarmonia, aspetti riusciti e aspetti feriti, la pienezza della maturità e l’immaturità radicale.

Quando questa nostra verità la viviamo davanti al Signore, nel senso che lui e noi sappiamo come stanno realmente le cose, l’umiltà diventa un atteggiamento religioso perché si apre a colui ti salva. È la base della relazione con Dio. Se infatti dal medico esponi la tua situazione con chiarezza, è probabile individuare la terapia adeguata; se invece vuoi sentirti confermato nella tua immaginazione di essere un atleta quando non lo sei affatto, le conseguenze sono facilmente immaginabili.

Sii modesto…così troverai grazia davanti al Signore”.

Infine è questa sapienza del cuore che rende l’uomo attento – “Una mente saggia medita le parabole, un orecchio attento è quanto desidera il saggio – e sensibile agli altri: “L’elemosina espia i peccati”. Sono espressioni semplici e forse semplicistiche, se vogliamo, ma nella loro semplicità, stanno ad indicare chela persona umile, cioè vera, è più umana.

Ecco tracciato così il solco per un’adeguata comprensione della parola evangelica.

Ancora una volta, Gesù parte da una circostanza concreta per manifestare l’azione di Dio nella vita dell’uomo, cioè il Regno e la sua logica. Non si tratta di una lezione di galateo per chi è invitato a cena. A partire da ciò che vede, Gesù fa un paragone tra la mentalità mondana e lo stile di Dio. La prima, sceglie di primeggiare; sceglie il “primo posto”; Dio, compie un capovolgimento radicale e sceglie l’ultimo posto.

Dietro queste espressioni e soprattutto in “chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”, Noi intravediamo il cammino stesso di Gesù, l’umiliato, e perciò esaltato dal Padre.

Occupare l’ultimo posto diventa anche il cammino di colui che vuole essere di Cristo. Il posto della comunità cristiana è “in fondo la fila, in compagnia degli uomini e delle donne che camminano”. Non nelle sale dei bottoni, non nelle lobby dei politici, delle finanze, non ai grandi tavoli dell’intelligencija…ma in compagnia di chi non ha voce in capitolo perché tanto non viene ascoltato. Il Vangelo è estremamente chiaro: Dio compie una scelta preferenziale per chi è in difficoltà di fronte alla vita.

La seconda parabola, quella di chi si trova ad essere non più invitato ma invitante, rivela l’altra faccia della medaglia dell’amore di Dio per l’umanità: non solo la sua scelta cade sull’ultimo posto, ma è sostenuta da criteri assolutamente gratuiti. Il criterio del merito è assolutamente bandito nel Regno. È falso. Infatti, anche quelle cose che noi chiamiamo meriti, a pensarci bene, non sono che doni ricevuti. La gratuità appartiene alla logica del Regno, non la meritocrazia.

Sentiamo che questa parola ci consola, perché annunciandoci un Dio che sceglie come area preferenziale le zone dell’umanità ferita, abbiamo un posto di onore nel cuore di Dio. Tuttavia, è anche una parola che ci giudica, che ci chiama a conversione perché mette in crisi quella mentalità mondana che si alimenta di competizione, di apparenze, di ricerca di successo e di volontà di potenza. Questo avviene sia nei rapporti sociali, sia a livello di relazioni interpersonali.

Verso quali di questi due versanti ci sentiamo maggiormente attratti? Forse a parole approviamo le scelte evangeliche ma, col cuore, seguiamo ben altre strade.

Chiediamo al Signore di liberarci e di liberare la sua Chiesa dalle ingannevoli strade mondane.

Ritorna anche questa domenica l’immagine della mensa. È la mensa dell’eucaristia che celebriamo. In essa ci nutriamo, oltre che della parola della vita, anche del corpo e sangue di Gesù. Enfaticamente la seconda lettura direbbe: “Vi siete avvicinati al monte Sion, alla città del Dio vivente, all’assemblea dei primogeniti…” Di fatto ci nutriamo di Gesù, cioè comprendiamo la vita di Gesù e i suoi criteri di vita. Preghiamo allora perché lo Spirito santo ci dia di assimilare in noi i pensieri, i sentimenti e gli atteggiamenti del Signore.


Salmo 67

I giusti si rallegrano,

esultano davanti a Dio

e cantano di gioia.

Cantate a Dio, inneggiate al suo nome:

Signore è il suo nome.

Padre degli orfani e difensore delle vedove

è Dio nella sua santa dimora.

A chi è solo, Dio fa abitare una casa,

fa uscire con gioia i prigionieri.

Pioggia abbondante hai riversato, o Dio,

la tua esausta eredità tu hai consolidato

e in essa ha abitato il tuo popolo,

in quella che, nella tua bontà,

hai reso sicura per il povero, o Dio.


Meditazione Domenica XXI C

 


Ricordiamo, O Signore, davanti a te

Il Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha fatto sapere di aver approvato, in via definitiva, il piano d’occupazione di Gaza City. Almeno 800.000 persone migreranno progressivamente a sud, un esodo che si ingrosserà all’intensificarsi dei bombardamenti, allo stringersi dell’assedio. 

Gli operatori umanitari uccisi nel mondo nell’anno 2024, viene ufficializzato che il numero più alto dei morti, 185 su un totale globale di 383, si registra proprio a Gaza, nella guerra tra Israele e Hamas.

Nigeria, sono più di 50 i morti dell'attentato alla moschea. Nel Paese africano si susseguono gli attacchi legati alla lotta tra allevatori e contadini per il controllo delle risorse naturali.

Curtis Windom, condannato a morte: “Ti dico che sono vivo ma non so per quanto". L’uomo, afroamericano con accertata disabilità mentale, è detenuto nel carcere della Florida e per il 28 agosto è attesa la sua esecuzione.

 Piogge torrenziali e alluvioni senza precedenti stanno devastando il Pakistan e la regione intera. Mancano cibo e acqua potabile, mentre gli interventi di soccorso sono ostacolati dai danni alle infrastrutture viarie.  Dall’inizio della stagione, il 26 giugno, almeno 748 persone sono morte e 978 sono rimaste ferite.

In Tunisia aumentano le discriminazioni di genere'. Lo denuncia associazione per i diritti nella Festa della Donna. L’associazione denuncia l'aumento della discriminazione, della violenza e delle violazioni delle libertà, in particolare con l'incarcerazione di numerose attiviste per le loro opinioni o il loro impegno civico.

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison


Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

La pace non è meramente un conseguimento umano, bensì un segno della presenza del Signore tra noi” e “ciò è sia una promessa sia un compito, poiché i seguaci di Cristo sono chiamati a diventare artefici di riconciliazione”. Leone XIV inquadra in questo modo la missione comune di tutti i cristiani in un mondo che “presenta le cicatrici profonde del conflitto, della disuguaglianza, del degrado ambientale e di un crescente senso di disconnessione spirituale”. I cristiani sono chiamati “ad affrontare la divisione con coraggio, l’indifferenza con la compassione, e a portare guarigione dove ci sono state ferite”.

Il cardinale Pizzaballa: anche in Terra Santa i cuori possono cambiare. La speranza del patriarca di Gerusalemme dei Latini espressa alla vigilia della giornata di digiuno e preghiera indetta dal Papa per venerdì 22 agosto: la forza della preghiera è quella di aprire le persone alla fiducia, al desiderio di costruire il bene, anche in un luogo dove in questo momento riconoscere l’altro è quasi impossibile.

Nel ricordo di frère Roger, "esempio di riconciliazione ancora attuale per il mondo". Ucciso nel 2005 durante la preghiera serale, il fondatore della comunità cristiana monastica ecumenica internazionale continua ad essere un esempio di pace e riconciliazione. Il priore, frère Matthew: "La nostra realtà fu fondata durante il secondo conflitto mondiale e questo ci ha insegnato a farci vicini a tutti i popoli che soffrono, come quelli dell’Ucraina e della Terra Santa”

Una nuova nave per "migliorare le missioni di soccorso in mare". Così don Mattia Ferrari, cappellano di Mediterranea Saving Humans, descrive Mediterranea Ship, la nuova imbarcazione dell'ong, che ha iniziato ufficialmente la sua missione sabato 16 agosto. Si tratta di una nave più grande di quella usata precedentemente, che permette di ospitare sia più equipaggio e sia di salvare più persone. A bordo della nave è presente, inoltre, un ospedale per prestare dunque il primo soccorso ai migranti che vengono recuperati dalle acque.


Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo

Signore, Dio grande e buono, donaci di coltivare una visione grande di te: tu sei capace di far diventare vicini tutti i lontani. Nessuno è escluso dalla gioia di sedere con tutti gli altri alla mensa della vita. Allontana dal nostro cuore ogni sentimento che ci possa separare dagli altri. Donaci di entrare nella mentalità del vangelo. Amen.



Is. 66,18-21; Eb. 12,5-7.11-13;

Lc.13, 22-30


Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.

Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».

Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.

Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.

Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.

Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».


***


Passava per città e villaggi, insegnando, mentre camminava verso Gerusalemme”. Con queste parole si apre il brano evangelico di questa domenica. In questa sezione del Vangelo secondo Luca, più volte viene richiamata la meta conclusiva del cammino di Gesù: Gerusalemme. Là egli darà compimento al suo cammino e, strada facendo, insegna ai discepoli certe cose per indicare che anche per loro la vita evangelica è un cammino nel quale avvengono certi cambiamenti. Così è anche per noi.

A Gerusalemme infatti assistiamo, non solo ad un cambiamento, ma ad un capovolgimento: l’escluso, l’eretico, il senza Dio, secondo la religione ufficiale, è stato scelto da Dio come manifestazione della sua presenza che salva e della sua gloria. Un capovolgimento dunque dovrà pur avvenire anche nella vita di coloro che si dicono di Cristo perché suoi discepoli e discepole.

L’occasione, come già altre volte, prende l’avvio da una domanda che parte da uno dei presenti: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”. È una domanda circa la salvezza. La risposta non corrisponde alla domanda e, da buon orientale, Gesù ricorre all’uso dell’immagine e della drammatizzazione: la porta stretta, il padrone che si alza a chiuderla, gli altri che presentano le credenziali ecc.

La porta stretta dunque, non viene ad esprimere un’alta percentuale di selezione ma l’esortazione ad entrare in uno sforzo (sforzatevi), in una tensione, in un supplemento di impegno per accogliere la nuova mentalità di cambiamento – capovolgimento dell’agire di Dio.

Al di là della porta infatti ci sta una mensa. Gente che viene da tutte le parti, da tutte le culture, da tutti gli usi e costumi, quindi tantissimi!

Nel regno, ovvero nel modo di vedere ed agire di Dio, non esiste la logica dell’esclusione ma dell’inclusione: attorno a questa mensa c’è posto per tutti.

Invece, la proiezione di Dio secondo le persone religiose, talvolta, fa porre dei paletti di confine tra meritevoli e non meritevoli, buoni e cattivi, santi e peccatori, religiosi e senza Dio. Sono i controlli su Dio messi in atto dagli apparati religiosi attraverso la dottrina, i codici di comportamento, i riti e le loro regole, i sistemi di mediazione e il potere esercitato sulle coscienze. Naturalmente, queste persone o le istituzioni religiose si collocano tra i vicini a Dio e gli altri, quelli che non appartengono alla loro cerchia, sono i lontani.

Ma a Gerusalemme, esattamente fuori dalle mura, morirà uno per tutti quelli che stanno fuori dalle mura.

Già il profeta della prima lettura aveva intuito questo agire inclusivo di Dio: perfino tra i pagani mi sceglierò leviti e sacerdoti! È un’affermazione molto ardita perché viene ad affermare che nessuno può considerarsi mediatore tra Dio e l’uomo perché egli troverà comunque le vie per entrare in contatto con tutti.

Cosa ci dice allora questa parola? Ci dice che possiamo aver due atteggiamenti religiosi. Uno, è ideologico più che religioso perché si preoccupa di stabilire bene i confini sicuri della dottrina. E così, viene fissato ciò che è giusto, santo, retto, religioso, ortodosso. Chi è al di fuori appartiene alla massa dannata a cui vengono offerte poche possibilità di salvezza, se non quella controllata dal sistema religioso codificato! Stiamo attenti, perché la storia ci ha ampiamente dimostrato che l’ideologia, anche l’ideologia religiosa non solo quella atea, tende a mettere in croce gli altri. Gesù invece, non ha messo in croce nessuno, ma lui ha donato se stesso per le moltitudini!

L’altro atteggiamento è quello di fede. Aperto al mistero di un Dio che si rivela sorprendente in Gesù Cristo, eccedente nella tenerezza. Un Dio che fa diventare vicini tutti i lontani:

” Verrò a radunare tutti i popoli”.

È l’atteggiamento di chi coltiva una grande opinione di Dio perché egli è capace di entrare in quelle situazioni, che umanamente reputiamo impossibili e lontane, per riscattarle e trasformarle.

Questo brano del vangelo veniva proclamato nella comunità di Luca, una chiesa tutta attenta alla missione e, proprio perché attenta, sapeva coltivare questi atteggiamenti di apertura, di dialogo e di confronto; capace di ascoltare tutti e di accogliere la storia di tutti.

Noi oggi, giorno del Signore in cui celebriamo il capovolgimento che Dio ha operato nella Pasqua del Cristo, vorremmo trovarci oltre la porta stretta, ovvero attorno alla mensa. Da questa mensa non vogliamo uscire con la mentalità di chi esclude gli altri; di chi si accaparra il piccolo dio della civiltà occidentale, tutto per sè e a sostegno dei propri interessi, di chi divide il mondo in giusti ed ingiusti per collocarci nella falsa sicurezza di essere dalla parte della giustizia. In altre parole, non vorremmo trovarci laddove vi è “pianto e stridore di denti”. Un’espressione tipica della Bibbia (cfr. salmo 37) per indicare il sentimento di invidia degli empi verso quegli onesti e retti di cuore che hanno capito e accolto nella loro esperienza di vita i “rovesciamenti del Vangelo”.


Salmo 116 (117)

1 Lodate il Signore, genti tutte

terre tutte, cantate la sua lode.

2 È forte il suo amore per noi

la fedeltà del Signore è per sempre.

Alleluja!